Anche questa è scuola

Accade nella scuola che un insegnante che ha problemi di salute che possono compromette il normale andamento dell’anno scolastico chieda il distacco e l’utilizzo in altra mansione, questo temporaneamente o definitivamente. Fino a ieri molti insegnanti sceglievano questa soluzione per curarsi nei tempi e nei modi che la malattia richiedeva e senza arrecare intralci al tanto decantato “diritto allo studio” degli studenti; questa scelta era una forma di responsabilità nei confronti degli studenti, evitando ripetute assenze che generano” buchi” nella formazione. In molti casi la scelta era forzata dalle circostanze; in alcune patologie si crea incompatibilità con l’insegnamento, circostanza che certifica un equipe di medici del lavoro. Oggi accade che gli insegnanti per i quali ricorrono le circostanze descritte si ritrovano “collocati” in altra manzione cioè non più insegnanti ma personale Ata. Non conosciamo i risvolti di questa decisione ministeriale sul salario e sulla futura pensione, ma ci si chiede se non sia opportuno  e democratico chiedere prima di agire, contrattare questa nuova modalità lavorativa. Sono tanti gli insegnanti che da un giorno all’altro si sono trovati in questa situazione, in diversi luoghi d’Italia, ad alcuni la notizia ha creato destabilizzazione. Bisogna dire per maggiore informazione che un cambio di figura professionale significa anche perdere il diritto alla sede, acquisito nella precedente collocazione ma non mantenibile nel nuovo posto. Alcuni dei destinatari delle notifiche pensano  al ricorso al Tar per veder riconosciuto un diritto che ritengono di aver acquisito dopo anni di servizio.

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