Ieri, oggi e…

ALCAMO. Ad ogni passeggiata nel corso principale si scopre qualcosa di diverso: un negozio nuovo o uno che chiude, il semaforo spento o funzionante, poi ci sono i lavori di manutenzione, vedi disfacimento marciapiedi e rimessa a nuovo, ma vedere una vecchia, mitica cabina telefonica divelta, sdraiata sul fianco lungo il corso è come vedere un vecchio amico caduto sul marciapiedi che non riesce a rialzarsi e non poterlo aiutare a rimettersi in piedi e questo mi procura un sottile dispiacere. Capisco bene, anche per vicende vissute, che perdere un amico è ben altro dolore, ma vederla così, sapendo che non sarà ripristinata al suo posto mi dà un senso di velata tristezza, la percezione fisica della fine di un epoca. Da molto quasi nessuno usa le cabine per le proprie conversazioni telefoniche, ma come non ricordare con un pizzico di nostalgia il gettone telefonico: amico d’altri tempi. La cabina ci garantiva quella privacy tanto sventolata oggi , che il cellulare ci ha sottratto. E poi le lunghe attese mentre un altro gesticolava dentro la scatola di vetro e noi immaginavamo discorsi e liti, spazientendoci per l’attesa. Non credo ci sarà un domani per questa storia, ma se le vecchie mitiche cabine telefoniche tornassero ad essere arredo urbano, non dispiacerebbe a nessuno. Ci sono molti problemi da risolvere nelle nostre città, di altra natura e gravità, ma ogni tanto teniamo anche un piccolo spazio nostalgico…sarà l’età che avanza o il passato che va?

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