Diario di viaggio 1 – Fasi preparatorie

Sono finiti i tempi in cui tutti noi si andava in campeggio, con la tenda familiare, quella grande che per spacchettarla e cominciare a dividere i pezzi ci volevano già un paio d’ore, che si iniziava a montare al mattino e si finiva la sera, generalmente alla luce delle torce a pila. Quella tendona, con le due stanze separate e la verandina davanti, è stipata da qualche parte nel sottotetto, credo, e rimarrà là ad ammuffire nel suo grosso involucro fino a che qualche nostro pronipote non la riesumerà per capire come andavano in vacanza gli antichi – quelli che non avevano una casa ad Alcamo Marina.

Da qualche anno ormai Elena, e prima ancora Dario, si rifiutano di seguire i loro genitori (cioè me e mia moglie) nei pellegrinaggi da campeggiatori che ci concedevamo quando loro erano piccoli e accondiscendenti. Così dopo essere passati dalla tendona familiare ad una pratica e moderna svedese 3 posti, con la defezione di Elena che passa l’estate in zona Battigia dagli zii, abbiamo negli ultimi anni abbandonato l’idea del campeggio per dedicarci al turismo dei viaggi aerei low cost, che permettono da Trapani di visitare sempre più amene località europee.

Così qualche mese fa, cercando a casaccio sul sito di Ryanair, mi sono imbattuto nella possibilità di due biglietti per Memmingen, sconosciuta destinazione della Baviera (si scoprirà poi più esattamente della Svevia bavarese – una precisazione assolutamente inutile ed ininfluente per il proseguo del nostro racconto). Allora, previa telefonata alla mogliettina, ho preso i biglietti per due persone; male che va, mi sono detto, si finisce a Monaco e dintorni per qualche giorno. Poi presi dalle faccende quotidiane (che spesso diventano orarie, notturne, senza ore e passano inavvertitamente le settimane e i mesi), ce ne siamo quasi dimenticati fino a due giorni dalla partenza. All’improvviso ci siamo accorti che non avevamo praticamente preparato nulla e Marilena, a cui piace avere sempre le situazioni in pugno e gestire nel miglior modo ogni cosa, pressata da impegni di lavoro non poteva dedicarsi a prenotazioni o stabilire itinerari di viaggio. Per cui mi ha intimato di guardare gli alberghi e i luoghi da visitare, visto che hai tutto il pomeriggio a disposizione (per non farmelo pesare).

Scovo quindi un paesino, a un paio d’ore di treno, Fussen con la dieresi sopra la u (Fűssen), dove inizia – o finisce, a seconda della propria direzione di marcia – la Romantische Straße, la strada romantica, uno degli itinerari più famosi di Germania (famosa là, da noi un po’ meno). Da ciò che vedo su internet è un posto molto bello, ai piedi delle Alpi tedesche, vicino a 3 castelli di cui si dice un gran bene. C’è un grande lago, percorsi ciclabili, tranquillità di cui penso Marilena abbia bisogno per staccare dalla frenesia con la quale affronta il quotidiano. Prenoto quindi quattro notti in un alberghetto locale e la quinta ed ultima a Memmingen, da dove ripartiremo il mattino dopo con l’aereo.

La sera, quando arriva Marilena, però, le mie meritorie ricerche, a cui ho dedicato l’intero pomeriggio, con mappe scaricate da google map e dettagliati resoconti delle possibilità di viaggio, compresi gli spostamenti in treno controllati sul sito di DB, la compagnia ferroviaria tedesca, crollano sotto le motivate richieste della mia metà – con cui bisogna sempre fare i conti. Vuole dormire a Monaco. Spiego che il penultimo giorno partiremo al mattino, faremo una lunga sosta per tutta la giornata a Monaco e poi andremo a dormire a Memmingen. Così è troppo poco, vuole dormire a Monaco, non c’è nulla da fare. Bene, non rimane che modificare la prenotazione effettuata e trovare un albergo a Monaco, anche perché così, dice, potremo andare a visitare anche Augusta, antica città imperiale. Certo, non vorrei diventasse un tour de force, dico, abbiamo bisogno di staccare un po’ dallo stress quotidiano, ma anche di riposarci fisicamente. Non andremo fino in Baviera per stare fermi in un paesino senza visitare le città più importanti, mi risponde logica. Alla logica mi arrendo.

Quando però il giorno della partenza, dentro la libreria dell’aeroporto (un’attrazione per noi irresistibile), Marilena ha adocchiato la Lonely planet della Baviera e cominciato a cercare le sistemazioni per la notte consigliate, ho fatto notare lievemente seccato che non avremmo potuto cambiare il giorno stesso la prenotazione, pena il pagamento della notte.

Lì però lei è stata generosa, ha sentito il mio tono indispettito e capito che il mio impegno di tutto un pomeriggio (mappe, prenotazioni, ricerche, stampe) diventava improvvisamente inutile se avesse insistito per acquistare la guida. L’ha quindi chiusa e, senza dire una parola, riposta con cura nel suo ripiano.

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